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14 novembre 2015: a Parigi si muore

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14 novembre 2015 Dicono che scrivere a caldo, con la mente annebbiata, sia sbagliato. E allora oggi voglio sbagliare. Ieri sera aspettavo che un amico finisse l’allenamento in palestra per andare a mangiare qualcosa insieme. Niente di strano. Niente di eccezionale. Lo aspettavo in macchina e per passare il tempo cazzeggiavo su Twitter. Ad un certo punto leggo: CNN – Breaking News: bombs and shots in Paris, several deaths.  È un tuffo in un lago gelido. Non capisco. Forse si sbagliano. No, certi tweet non sono mai sbagliati. Cazzo. Le notizie si susseguono rapidissime: Stade de France, Hollande evacuato, un ristorante, morti, un teatro, ostaggi. È terrorismo , ormai è chiaro. E quando è terrorismo è inutile porsi domande, cercare una ragione. È solo sbagliato, insensato, assurdo. Folle . Dopo poco tempo torno a casa, Twitter è potente ma ormai tutti twittano senza essere sul posto. Tanto rumore e poco segnale. Meglio affidarsi ai giornalisti, quelli seri. Mi sinton

Tour de France 2015: vincitori e vinti

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Non solo rock e alcol per gli autori di questo blog, dunque. Ma anche tanto sport, di tutti i tipi. Questa volta si parla di ciclismo, e di Tour de France. L'edizione del 2015 della "Grand Boucle" è partita con un grande hype sui 4 grandi capitani al via: Chris Froome per il team Sky, Vincenzo Nibali per l'Astana, Nairo Quintana per la Movistar e Alberto Contador per la Tinkoff Saxo. Tutti campioni, tutti già vincitori di grandi giri. Spettacolo garantito. La prima rocambolesca settimana regala le prime emozioni, mettendo in luce i limiti della Astana di Nibali, della Movistar e soprattutto la solidità di Froome e del suo squadrone nero. Le prime maglie gialle del Tour sono bombardate dalla sfiga: Cancellara rompe le vertebre e Tony Martin la clavicola. Non il migliore dei presagi. Poi arriva la seconda settimana di gara, e arrivano i Pirenei. Le prime salite confermano le difficoltà di Nibali e mettono in luce quelle di Contador: entrambi i corridor

#SBF15: la prima edizione di Slow Brand Festival

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11 giugno 2015. Sono a Milano, in via Romagnosi 3, alla Fondazione Feltrinelli. Posto figo, a due passi da La Scala, dalla Galleria e da via Montenapoleone. Questa volta però niente feste o aperitivi chic, sono qui su invito della prof. Patrizia Musso , fondatrice di Brandforum.it. , per partecipare alla primissima edizione dello Slow Brand Festival . Sì, insomma, un evento carino, intimo e decisamente interessante. Si parla appunto di slow branding , cioè di come le marche (non tutte eh) si stiano muovendo verso una comunicazione più lenta e ricca di contenuti. Pubblicità, web, spazi fisici e gestione aziendale, tutto in chiave take it easy and relax . Brandforum ha ormai un'esperienza di 14 anni e ha osservato da vicino questo trend che spesso le aziende mettono in campo senza accorgersene, lasciandosi trasportare forse un po' dall'istinto. Per altre aziende, invece, lo slow branding è un mantra vero e proprio, e su di esso hanno ri-fondato la comunicazio

Fermatevi un attimo

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Mi meraviglia sempre vedere uomini e donne muoversi così decisi per le vie cittadine di Milano. Obiettivi chiari: andare in ufficio, tornare a casa, fare la spesa, andare a prendere il bambino a scuola, comprare il quotidiano, andare in palestra. Camminano svelti per la strada, mentre istruiscono perentoriamente collaboratori, coniugi e figli al cellulare. Strombazzano se l'automobilista davanti a loro non reagisce al verde in un intervallo pari al tempo di Planck. Scalpitano e fremono come puledri quando sono alle casse del supermercato. Ma ciò che accadrà tra 5 minuti o 5 giorni o 5 mesi o 5 anni è in larga parte incerto. Forse saranno morti. In effetti, parecchie di quelle particelle umanoidi in frenetico movimento saranno morte: su un migliaio, circa 50 saranno morte tra 5 anni. Demografia, tavole di mortalità. Fatevene una ragione, le dinamiche demografiche e le distribuzioni di probabilità sono più forti di voi. E non toccatevi le palle che fa brutto. E non